Le cellule staminali hanno trovato applicazione in due diversi ambiti clinici-medici.

È molto importante ricordare che, prima di poter introdurre l’uso di terapia con cellule staminali, per prima cosa occorre dimostrare in vitro e in vivo a livello pre-clinico in laboratorio, e quindi non sull’uomo, l’effetto del trattamento. La descrizione deve essere ben dettagliato e riproducibile e l’efficacia del trattamento dimostrabile. Nel momento in cui si riscontra una effettiva azione legata alla terapia associata alle cellule staminali si può fare una validazione di ciò che si è ottenuto in piccolo campione di soggetti e poi su più ampia scala. Solo allora si può dire di avere un’alternativa ai trattamenti classici e introdurlo nella pratica clinica. Tutto ciò deve seguire lo standard della buona pratica clinica, le regolazioni nazionali e internazionali e confermata dagli organismi pubblici deputati.

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Il primo ruolo delle cellule staminali è esplicato nella medicina rigenerativa e riparativa. Questa branca della medicina prevede l’uso di cellule staminali per costruire ad esempio un tessuto o un organo malato, ricreandolo sano e sostituendolo. Questa opzione viene utilizzata ampiamente nel campo dell’Oncoematologia, la branca di oncologia che si occupa delle neoplasie del sangue e degli organi che producono le cellule ad esso collegato (es. leucemie, linfomi, mielomi etc), come ad esempio per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche autologhe (dalla stessa persona) o da donatore (persona compatibile). Il trattamento prevede la reinfusione di cellule staminali progenitrici emopoietiche (cioè capaci di diventare tutte le cellule del sangue) al fine di ripopolare il midollo osseo del malato dopo averlo distrutto con linee di chemioterapia. Questo nuovo approccio ha migliorato molto la speranza di vita e di guarigione dei pazienti affetti da malattie ematoncologiche.

Per quanto riguarda il tumore del polmone, grazie alle loro capacità riparative ed antiinfiammatorie, le cellule staminali sono state applicate a livello preclinico sperimentale e – successivamente – clinico, nel trattamento della fistola bronco pleurica post chirurgica, una grave affezione risultante da un’alterazione del processo di cicatrizzazione bronchiale. L’iniezione delle cellule staminali hanno permesso di ottenere la chiusura della fistola garantendo una maggiore qualità di vita al paziente.

Il secondo ruolo delle cellule staminali, attualmente in studio nel campo della biomedicina, è quello della loro abilità di veicolare in maniera selettivamente farmaci antineoplastici, cioè contro il tumore stesso. Infatti analogamente – ma al momento solo a livello di preclinica su colture cellulari – le cellule staminali hanno dimostrato la capacità di incorporare farmaci antineoplastici e rilasciarli selettivamente su tessuto neoplastico, massimizzando gli effetti antitumorali. Le cellule staminali possono essere infatti caricate ‘in vitro’ con farmaci chemioterapici e sfruttate come navette per poi successivamente andare a mirare in maniera selettiva le cellule del tumore. Questo potrebbe aprire un ventaglio di possibilità di azioni sul cancro ma anche su altri tipi di patologie, con trattamenti mirati e personalizzati.