Nonostante l’aumento dell’applicabilità della chirurgia mini-invasiva, quest’ultima non è utilizzabile per tutti i tipi di tumore. Ad esempio non è utilizzabile per i tumori che infiltrano porzioni della trachea o la carena, la porzione cartilaginea in corrispondenza della divisione della trachea nei due bronchi principali, o per quelli che infiltrano l’albero bronchiale.

Nei casi sopra descritti il chirurgo deve eseguire la resezione segmentaria di una porzione di trachea o di bronco con ricostituzione della continuità dell’albero tracheobronchiale. Possono includere non solo l’albero bronchiale ma anche vasi, più o meno importanti, che devono essere tagliati e anastomizzati successivamente.

Questi interventi sono chiamati “sleeve resection” o resezioni a manicotto in italiano, e rappresentano una valida alternativa chirurgica per garantire chance di operabilità e sopravvivenza a pazienti altrimenti considerabili inoperabili. Inoltre se considerando la possibilità di eseguire, ad esempio, una lobectomia sleeve, risparmiando parte del restante polmone, si ha un minor impatto sulla funzionalità respiratoria e la qualità della vita è migliore permettendo di eseguire interventi in pazienti che altrimenti non sarebbero operabili.

Alcuni studi hanno poi evidenziato che comparando la lobectomia sleeve con la pneumonectomia, entrambe volte ad eliminare tutto il tumore dal tessuto sano, si ottiene un risultato simile, sopravvivenza migliore associata ad una miglior qualità di vita con un minor rischio di mortalità operatoria.

(Immagine tratta da QUI)

Nelle immagini sopra riportate potete vedere due esempi: nella figura A il tumore si estende all’interno dell’albero bronchiale mentre nella figura B coinvolge parte della carena.

In entrambi i casi l’intervento chirurgico comporta il taglio a sezione del tubo bronchiale, dopo aver legato i vasi. I due versanti bronchiali sani rimasti vengono poi cuciti assieme per consentire il passaggio corretto dell’aria attraverso l’anastomosi.